Trasforma la tua rabbia!!

e835b1092ff4023ecd0b470de7444e90fe76e6d01cb7144093f5c6_1280_volcanoTi è mai capitato di essere così incazzata da non riuscire a vedere le cose con oggettività perché tutto quello che ti viene da dire è un bel vaffanculo? Ti è mai capitato di dover andare a una riunione o scrivere un post e non riuscirci perché tutto quello che ti frulla in testa è quanto sei arrabbiata?

A me è capitato. Proprio in questi giorni. E l’argomento di oggi doveva essere tutto un altro, ma dato che tutto è energia e anche i post lo sono, non mi sento di parlare di una cosa che in questo momento non mi dona gioia, ma solo rabbia.

Da qui l’idea di trasformare un post che doveva parlare di network e comunità in un post che ti racconta il mio personalissimo modo di gestire la rabbia. E sappi che sono una neofita in quest’area.

Quindi, veniamo al tema di oggi, appunto, la rabbia e come usarla.

Magari sei una delle poche che la sa gestire alla grande e in maniera sana. Che vuol dire viverla, incanalarla e trasformarla. Se è così, i miei vivissimi complimenti, vuol dire che ci hai lavorato tanto, perché non è una di quelle cose che ti insegnano a scuola ;-).

Oppure, sei una di quelle che, quando ti arrabbi, il filtro tra il cervello e la bocca si azzera ed esplodi in faccia al mal capitato che ti sta di fronte? O magari dai sempre la colpa agli altri? O peggio ancora, finisci sempre per arrabbiarti con te stessa?

O magari la neghi? Ecco il motivo per cui sono neofita e sto dando così tanto peso alla rabbia. Io appartengo a questa categoria e fino a poco tempo fa, per molti anni, ho negato l’emozione rabbia, l’ho rimossa e non mi sono sentita legittimata a provarla. Mi hanno dato della zen, della wonder woman, della cinica, dell’inopportuna, dell’equilibrata.  La verità è che io avevo paura di arrabbiarmi perché temevo che se fosse successo, sarebbe uscito un grande mostro, stile drago-serpente, capace di mangiarsi tutto ciò che era nei paraggi.

Dall’altra parte, tenere tutto dentro ci fa stare male, ci fa ammalare, ci fa sentire sole.

Grazie all’Universo io non mi sono ammalata, ma, a causa della mia incapacità di arrabbiarmi, di parlare del mio cuore ferito, e infine di perdonare, negli anni ho guastato tantissimi rapporti, ho perso tempo dietro ad amicizie e partnership professionali ormai pronte a finire e, quel che è peggio, mi sono fatta male cercando di salvarle.

Quest’ultimo periodo, che per me è stato abbastanza impegnativo, mi ha fatto riconsiderare tutto e mi ha costretto a rielaborare la mia rabbia.

La rabbia di cui parlo è quella che una volta trasformata, perché la esprimi, ti fa essere vera, ti fa essere viva, ti fa essere te. Ecco perché ho deciso di parlarne, perché può essere un grande motore di creatività.

Quindi, quando qualcosa ti fa incazzare, invece di covare per giorni e giorni pensieri di odio o di farla uscire immediatamente contro il mal capitato che hai di fronte, cerca di incanalarla.  Solo dopo che hai fatto questo lavoro su di te, poi puoi dire alle persone che ti hanno fatto male il perché e il per come e quindi spiegare le tue esigenze.

A volte non è neppure necessario. A volte basta lasciar andare e pregare l’Universo di togliere di mezzo tutti coloro che non servono alla tua evoluzione, la cui unica funzione era solo rompere i santissimi ;-).

Ecco i miei modi per trasformare la rabbia. A seconda del momento e di come mi sento li uso uno alla volta o tutti insieme.

Tu non sei lei.

Ricordati questa cosa fondamentale. Tu non sei la rabbia che in quel momento ti occupa il cervello, il corpo e che hai solo bisogno di far uscire. Quindi, permettiti di provarla, ma ricordati che tu non sei lei.

Libera la mente.

Ognuna ha il suo modo. Tu trova il tuo. Basta che la tiri fuori: che sia disegnando, scrivendo, suonando, parlando, urlando.  Io per esempio scrivo. Una cosa che per me funziona molto è scrivere una lettera alla persona con cui sono incazzata, lettera che non spedirò mai, ma che mi dona un’enorme soddisfazione, perché riesco a tirare fuori tutto.

Tirala fuori dal tuo corpo.

Non ti dimenticare del meraviglioso tempio in cui abiti. La rabbia se non la lasci uscire ti fa ammalare e trova un altro canale per mostrarti che c’è. Ti fa diventare acida, antipatica e pure poco gradevole. Poi ti danno della mestruata ogni volta che apri bocca. Quindi liberatene. La mia maestra Mama Gena lo chiama swamping. E’ andare dritto nel profondo della tua palude, sguazzarci, sporcarti fino al midollo. Urla, balla, prendi a pugni il pavimento (occhio a non romperti nulla), insomma usa il corpo per tirarla fuori. Se per te lo sport può essere un canale, fatti una sessione di quelle da folli. Di nuovo, trova il tuo modo per farla uscire.

Solo dopo che avrai fatto questi tre passi fino in fondo, e magari ti ci vorranno giorni, sentirai un senso di potere, leggerezza, energia. Perché una volta che è uscita e si è espressa grazie al canale giusto, è pronta a trasformarsi in luce.

A questo punto sei pronta per il passo successivo.

Ringrazia per quello che hai.

Quando sei arrabbiata sarà capitato anche a te di vedere solo quello che manca, concentrarti sulla carenza e sentirti miserabile. Una volta che hai tirato fuori tutto dalla testa e dal corpo sei pronta invece a guardare tutto quello che hai. Ringraziare e valorizzarlo.

Occupati della rinascita.

Ecco che quindi a questo punto è possibile la rinascita. Solo dopo che hai estirpato tutte le erbacce, bruciato tutto, smosso tutto, allora puoi seminare di nuovo.

La luce che viene dalla rabbia è l’energia propulsiva, costruttiva e propositiva. Quella che ti fa creare, ricostruire, seminare.

Ti auguro di amarti alla follia, così tanto da poter vivere ogni millimetro di te e delle tue emozioni.